A Natale mio padre mi ha chiesto cosa desiderassi:
-Un ipad!!!!!!
In quanto ligure lui è andato su tutti i siti del mondo [e se lo conosco bene, anche verso l’infinito e oltre] fino a quanto mi ha telefonato:
-Ho fatto l’affare! Sul sito della UniPrice l’ho trovato ad un prezzo eccezionale!
L’ordine è stato effettuato il 7 di dicembre.
-Un sito serio, mi hanno fatto un sacco di domande [da segnare sull’agenda che più informazioni spillate al vostro cliente, maggiore è la percezione di serietà].
Il 10 hanno effettuato il prelievo dalla carta.
-Per Natale dovrebbe arrivare.
Oggi è il 18 di gennaio e del mio iPad manco l’ombra, non rispondono alle mail, figuriamoci al telefono. Niente customers service…
Mio padre a questo punto è andato a controllare sui forum [pa, la prossima volta però vacci prima…] e lì è venuto a conoscenza del fatto che la ditta è seria [ovvero la roba te la mandano], ma non rispondono alle tue mail manco morti [!] e i tempi di attesa sono lunghi e/o lunghissimi.
Vi dico che normalmente mi sarei incazzvolata nera, ma proprio ieri ho letto su Wired di una recente scoperta fatta in un’università del Missuri [da segnare sull’agenda che se rinasco voglio fare la ricercatrice in Missuri]. Sintetizzando all’osso lo studio, essi ci rivelano che, per essere veramente felici, è meglio desiderare che avere!
Al che ho avuto una sorta di illuminazione: quelli della UniPrice non sono degli stronzi!
Con un colpo di genio che ha saputo precedere persino gli studiosi dell’università del Missuri, hanno messo in essere una strategia di marketing atta a renderci veramente felici: prima ci vendono l’oggetto dei nostri desideri al prezzo più basso, quindi ci fanno aspettare sei mesi per averlo.
E #sticazzi, più contenti di così!
Paola non disperarti anzi la tua felicità durerà finchè campi…nell’attesa………..
comunque tuo padre è troppo avanti!
Avantissimo!!!!