Nel dicembre duemilaundici una gentilissima coppia di Torino ha acquistato un progetto in fase di approvazione per una casetta di nemmeno 50 metri sita in Diano Serreta, ridente paesello sopra Diano Marina.
Non vi annoierò con l’iter burocratico subito per ottenere la concessione. Salto tutto a piè pari e arrivo al rush finale: duemilatredici, giovedì quattro luglio, ore dieci di mattina.
La mia socia mi domanda di accompagnarla in comune per ritirare il CDU: Certificato di Destinazione Urbanistica, un foglio, anzi due, richiesto con procedura d’urgenza il due maggio scorso e ad oggi non pervenuto. Penultimo documento necessario prima di poter effettuare l’atto di compravendita.
Le rispondo immediatamente:
-no, lo sai che poi mi innervosisco
quindi cambio idea, faccio la mia parte e salgo in comune ufficio edilizia privata, lei è già lì con il ticket in attesa del suo turno.
Quando tocca a noi l’addetta ci fredda con un triste scuotere del capo
-mi dispiace, non è pronto
E la faccia di una a cui dispiaceva c’era.
Non è lei infatti che compila i CDU, il responsabile, e unico tenutario di password per l’accesso dei dati nel computer, è l’architetto Ermes Musoni.
In altri posti [tipo Diano Castello, ridente paesello a tre chilometri da Diano Marina] ci sono programmi automatici che svolgono questo arduo compito, ma il software costa 5.000 euro, e siccome 5.000 euro non ci sono, il comune ha affidato l’incarico ad un dipendente dell’ufficio.
Non ce la faccio a pensare all’ennesimo ritardo così, forte della mia cultura social, metto in atto la seguente strategia [non prima di aver tirato giù tutti gli improperi a me noti oltre a qualche neologismo]
1. condivido su facebook la mia decisione di non muovermi di lì fino all’ottenimento del CDU;
2. taggo il vicesindaco nell’increscioso post.
Risultato: tra il tripudio degli astanti, tre ore dopo ho il mio documento.
In sostanza si trattava di compilare un foglio, anzi due. Quindi solo di buona volontà da parte del’Architetto Musoni, che invece di fare qualsiasi altra cosa, avrebbe dovuto pensare a tutto quello che giornalmente si ferma davanti al suo non fare. Perché nel frattempo, per mancanze sue, di chi ha seguito la progettazione, delle leggi poco chiare, delle commissioni che non si riunivano mai, è passato un anno dalla data in cui la gentile coppia avrebbe dovuto iniziare i lavori. Tante cose sono rincarate, ma ancora piú triste è che il loro amore per quel piccolo sogno incastrato sul cucuzzolo della collina nel paesello di Diano Serreta stia lentamente svanendo.
Di solito io non reagisco, ma sarà per la crisi, sarà per l’età, oppure per una crisi d’età, oggi per la prima volta ho detto no al qualunquismo [anche al mio di quando mi arrendo subito] e ho avuto ragione.
Quindi son qui a scrivervi, ad urlarvi addirittura, di crederci, non è vero che le cose non si possono cambiare.
Impegnatevi per quello che è la vostra parte, fermandovi un’ora di più in ufficio per compilare un CDU, o per lamentarvi della sua mancata consegna.
Agite con coscienza civica e visione d’insieme, dopo vi sentirete migliori, e magari, lentamente, si riuscirà anche ad innescare un circolo virtuoso capace di migliorare l’Italia intera [si vabbé, lasciatemi almeno sognare…!].
Certo, lo so, bisogna avercene voglia, ma ragazzi ho come l’impressione che sia suonata la campana dell’ultimo giro: ora o mai più!
PS
manca ancora la firma del segretario comunale Germanotta Nino, ma sento che ce la posso fare, intanto taggo il sindaco Chiappori su questo post!
MITO MITO MITO
Gogna : anticamente collare di ferro che veniva stretto attorno alla gola dei condannati esposti alla berlina. Fortunatamente oggi esiste la gogna digitale meno cruenta ma assai efficace e dirompente; tuttavia ogni tanto una bella gogna tradizionale andrebbe ripristinata
te l’ho già detto che ti adoro vero?
forse, ma ti autorizzo a replicare il concetto tutte le volte che ti farà piacere…