Ultimamente non si fa che parlare di storyteller in campo aziendale, la grande novità [tipo grande e tipo novità] è che i numeri non se li ricorda nessuno, mentre le storie invece sì.
Questa è la versione molto corta del discorso, poi ci sarebbe anche quella più lunga, ma potete trovarvela da soli.
Comunque, di tutto quel che ho letto a questo proposito, l’unico punto di vista alternativo è quello di cui [tra gli altri] racconta Cinza di Martino in questo post.
Lei infatti mi ha definitivamente aperto gli occhi di fronte alla fondamentale importanza della condivisione del racconto. Perché, cito, “il vero business non ti arricchisce economicamente, ma fidelizza i tuoi clienti!”.
E per fidelizzare [farsi amica] una persona, vorrai ascoltare la sua voce?!
E non sto parlando dei talvolta banali commenti sotto ai talvolta banali post [a questo proposito cito un articolo di Gianluca Diegoli: i social media manager sono stupidi?], bensì nella veste di soggetto narrante di una storia, che in questo modo non sarà più solo la tua, ma diverrà la vostra, unica e condivisa.
Credo che sia un traguardo più impegnativo del già impegnativo utilizzo di storyteller aziendali, ma non v’è dubbio sulla maggiore utilità in termini di ritorno di immagine e fidelizzazione del cliente.
Unico dubbio: come fare?!?
Io ho iniziato con un micro video in cui domando alle persone del paese in cui vivo cosa pensano della mia agenzia immobiliare.
La mia intenzione sarebbe quella di “allargare” la domanda a chiunque abbia voglia di rispondere.
Ovviamente non venderò nemmeno mezza casa grazie a questa iniziativa, però ci sarà da ridere, e siccome sempre Cinzia dice: “sii attivo, presente, unico e divertente…”
PS aspetto il vostro video su cosa pensate della mia agenzia immobiliare, mandatelo a info@primaveragenzia.it !