Sabato incappo in un articolo che trattava di quelle notizie false che vengono pubblicate senza essere verificate e fanno vendere giornali e fanno postare su facebook e fanno commentare su twitter.
Si scopre (tipo scopre) che ogni volta che leggiamo qualcosa, dobbiamo essere consci che quella storia potrebbe essere:
a) vera;
b) falsa;
c) non si sa.
Questa mattina a passeggio con il cane vedo per terra la pagina mezza accartocciata di un giornale, si parlava di notizie e di Will McAvoy (combinazione?).
Per chi non lo conoscesse, Will McAvoy è il personaggio principale di una serie televisiva, The Newsroom, che racconta le vicende di un team che produce notizie per un telegiornale, News Night, trasmesso in prime time su un’importante rete nazionale, di cui Will è l’anchorman.
Una delle particolarità di questo telegiornale è che Will (repubblicano) ha deciso di provare raccontare al suo pubblico la verità, e per farlo non si tira indietro nemmeno se c’è da prendere di mira i politici del partito a cui lui appartiene.
Ora io di politica americana non so quasi nulla, ma la passione con cui i protagonisti tutti (la redazione è composta di giovani appena usciti dall’università) si battono per le loro idee, è quanto meno esaltante, almeno lo è per me.
Dovreste aver visto almeno una puntata per capire, ma la prima cosa che vien subito da pensare è: perché non esiste davvero un telegiornale così?
La risposta, che viene fornita anche nella fiction, è: perché calerebbero gli ascolti.
Da cui il dubbio (tipo dubbio), che se sempre più giornalisti sparano notizie a caso senza essere licenziati in tronco, allora forse non si tratta di un errore.
Fanculo i giornalisti allora?
No, perché, a ben vedere, le notizie sono vere nella misura in cui sono vere per noi. Ovvero, se non abbiamo ancora avuto occasione di scoprire che i dinosauri si sono estinti, allora Spielberg è un bastardo cacciatore di Triceratopi. Se di economia non ci capiamo una mazza, allora uscire dall’euro o restarci è solo una questione di fede politica. E così via fino ad arrivare ai giudizi sui conflitti mondiali, buttati lì senza sapere un gran che sull’argomento, giusto in attesa che riparta il campionato di calcio.
Esiste però una ricetta molto semplice che può salvarci dalle informazioni fasulle: provare a ragionare con la nostra testa.
Certo, per farlo, bisognerebbe anche avere una testa che fosse in grado di ragionare, ma per questo non ho una ricetta.
PS ci ho pensato, fanculo i giornalisti che raccontano balle sapendo di farlo? Sì!
Cara Paola, non basta la ragione.
I meccanismi mentali che scattano in automatico a difesa dalla stupidità e dalla menzogna non possono prescindere da un basamento di informazioni utili alla valutazione di quel pensiero.
Da qui il nome informazione. Che sta per in-formazione. Creazione di fatti ed eventi senza i quali il ragionamento non è possibile per ignoranza.
La distinzione dal falso è possibile solo per comparazione con il vero. Converrai con me che se il vero viene a mancare… sarà il falso a divenir vero.
.. E questa è la situazione di una stampa non libera, controllata e dirottata da filibustieri economici e politici, che non ha alcun interesse a formare al vero, bensì a formare a ciò che conviene.
Ciao Cordy, grazie per il commento.
Da tempo ormai ho preso coscienza che l’informazione (intesa come notizie) non è come l’avevo immaginata. Forse in parte è dovuto al fatto che essendo la verità una rappresentazione soggettiva della realtà, ognuno di noi ha la sua. Ti sarà capitato di osservare come davanti a fatti inconfutabili (anche se inconfutabili è una parola grossa) due persone abbiano tratto dei giudizi opposti. Essere al di sopra delle parti è quasi impossibile (quando riporto un avvenimento, son certa di metterci del mio, eppure giurerei di aver raccontato solo la verità).
Ma senza un’informazione credibile, come si distingue il vero dal falso?
Io penso che la risposta sia: informandosi oltre le notizie.
Se voglio sapere cosa succede in Iraq, non mi basta ascoltare il telegiornale, e non mi basterebbe nemmeno se il telegiornale dicesse la verità.
Questo non sempre è possibile, per cui molto spesso dovrà essere l’esperienza, la logica e il buonsenso a guidarci.
Sempre ammesso di avercene voglia… perché il problema è che le notizie si accumulano e io ormai ho perso la capacità di gestire le informazioni.
Il tempo necessario per costruirsi in autonomia – quindi – un’idea profonda e sensata del reale.. è di gran lunga superiore alla capacità di sparare balle.
o come direbbe ancor meglio Mark Twain: “Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.„
E mentre si discorre divinamente tra le categorie di vero e falso.. vi sono le miriadi di sfumature dell’inutile e deleterio (ma sovvenzionato pubblicamente come in-formazione)
Libero oggi:
– Agnese Renzi e Maria Elena Boschi: bikini a confronto.
– Secondo voi chi è l’uomo di destra che sposerà la Boschi?
– La Boschi vi piace di più con o senza gli occhiali?
– L’ex suocera scrive una lettera-pizzino per Raoul Bova e Selvaggia Lucarelli risponde: “Anche tu hai un debole per…”
No, Libero no, ti prego, piuttosto Novella 2000!
E comunque, ho bisogno di credere che esista una via di salvezza, e queste tue parole, benché in teoria affossino le mie illusioni, sono, al contrario, una luce in fondo al tunnel, che spero non essere il treno (semi cit.).
E allora cara Paola, pur speranzoso e fiducioso esattamente come lei, il mio realismo mi costringe a citarle il fatto quotidiano online dell’ottimo Gomez che assieme a tutti i più grandi giornali nazionali oggi titola: PIL Germania in calo.. -0,2%..
Non è vero niente. Il PIL tedesco è in crescita. Il dato presentato, volutamente raffigurato come l’attuale disastrato PIL italiano… è in realtà il differenziale tra un trimestre ed il successivo: +0,7% e +0,5%.
E questo è il fatto quotidiano online dell’ottimo Gomez.
Ma il mio ottimismo non era rivolto ai giornalisti e alla speranza di un cambiamento nella loro gestione delle informazioni, bensì alla possibilità di incontrare sempre più persone con cui scambiare opinioni e punti di vista.
Speriamo, Paola. Speriamo che un nuovo modo di vivere l’informazione, il concetto e la propria educaizone all’attualita’ possa nutrirsi dei contributi piu’ semplici, piu’ genuini e disinteressati.
E che a maturare questa speranza ci siano proprio luoghi di pensiero e riflessione esattamente come il tuo.
A bientôt!
E brava Paola, è sempre un piacere leggerti !
Ti ringrazio, adoro questo genere di complimento (anche se immeritato!).