Ad un recente corso a cui ho partecipato, Paolo Ratto (esperto di web marketing), parlando di investimenti pubblicitari su Facebook disse una cosa che mi colpì:
se fino a qualche anno fa avendo a disposizione due monete ne avrei spesa una per il contenuto e una per la promozione, oggi spenderei entrambe nella promozione.
Ho esaminato il suo ragionamento dal mio punto di vista, ovvero da quello di un’agente immobiliare, e mi son trovata a non essere d’accordo con lui.
Il discorso di Paolo, che era in parte una provocazione, si basava sul fatto che una pagina facebook ad oggi ha una percentuale di visibilità organica (gratuita) sul news feed (la bacheca) di un fan, pari a circa il 6%, praticamente nulla!
Quindi per riuscire a farsi vedere (è molto improbabile che le persone vengano a guardare la nostra pagina autonomamente), è obbligatorio investire in Ads (pubblicità).
Fin qui il concetto è inattaccabile, ma ci sono due punti importanti su cui non possiamo sorvolare:
1. Un buon contenuto otterrà sicuramente un successo di X volte superiore rispetto ad un cattivo o medio contenuto, quindi che si tratti di tempo (siete voi i creativi nella vostra agenzia) o di denaro (vi avvalete di un esperto), non potrete prescindere dall’investire per la realizzazione di un prodotto di qualità;
2. Per quanto si possa targettizzare il pubblico a cui proporre la vostra inserzione, per un’agenzia immobiliare non sarà mai abbastanza.
Mi spiego meglio, se ho da vendere un appartamento a Milano, potrò certamente promuovere l’alloggio sulla bacheca di persone che abitano a Milano, ma:
1. Se utilizzo contenuti cattivi, per esempio fotografie di poco impatto (fb non funziona come un portale immobiliare, qui testi e immagini sono tutto), rischio di non essere interessante e quindi buttare i miei soldi
2. In ogni caso non sarò andata ad intercettare persone interessate all’acquisto, bensì persone con determinate caratteristiche (sposati sì, sposati no, figli sì, figli no, età, titolo di studio…) che non necessariamente hanno in mente di comperare un appartamento.
Quindi, considerato il genere di “prodotto” che un agente immobiliare propone, non serve un genio per capire che ci sarà comunque una notevole differenza in termini di conversione (vendita all’utente finale) nel caso di una campagna pubblicitaria per un dimagrante naturale sul target “donna single, sopra i 40 anni” rispetto a quella per un alloggio da 300 mila euro a “libero professionista sposato/a che vive a Milano”.
Ma se 28 milioni di italiani (dati del gennaio 2014) sono su facebook, posso io agente immobiliare perdere questa opportunità?
La risposta è: ovviamente no. Pare altresì evidente che la strategia vada personalizzata fin nei minimi dettagli e che gli obiettivi debbano essere chiari, solo in questo modo potrete valutare i risultati, che probabilmente non porteranno ad una vendita, ma, per esempio, ad un incremento di visite sul vostro sito (che è responsive, vero?).
Per concludere vi anticipo l’argomento del prossimo articolo in cui cercherò di spiegare (e di spiegarmi) come mai io abbia un ritorno molto più alto (e a costo Adv pari a zero) da un’oculata gestione del mio profilo, piuttosto che dalla pagina dell’agenzia.
Ciao, io mi occupo di web marketing e, siccome sono pienamente d’accordo con te su praticamente tutto, concordo anche sul discorso che quella di Paolo Ratto doveva essere senz’altro una provocazione, una frase buttata lì per rendere l’idea dell’importanza dell’investimento da considerare per la promozione.
Ora ogni campagna comunicativa va impostata in base al target al quale ci si intende rivolgere. In effetti devo dire che ad oggi tra le poche attività che possono beneficiare di un rientro diretto dal marketing sui social network metterei giusto i bar e i pub. Ci sarà senz’altro qualche altra categoria da aggiungere.
Chi va su Facebook (visto che è di questo social che parliamo qui) intende svagarsi qualche minuto o anche più tempo e quindi è poco attento alle inserzioni pubblicitarie, ovviamente è un discorso sui grandi numeri.
Per te che hai un’agenzia immobiliare probabilmente è molto meglio mettere su un buon sito web con gestione della pubblicazione degli annunci immobiliari, utilizzare i socials proprio come dicevi tu cioè per creare una rete di relazioni e poi investire soprattutto su Google e/o sui grossi portali immobiliari. E lì che il pubblico si dirige per cercare casa e quindi hai una conversione molto migliore. Pubblico targettizzato che cerca esattamente quello che gli offri.
Ciao (nome sconosciuto), diciamo che la conversione migliore arriva certamente dai portali immobiliari, ma per essere visibile sui portali immobiliari devi spendere cifre decisamente superiori alla cifra d’ingresso di 1.000 euro circa, che è proprio lo specchietto per le allodole e porta poco.
Per quanto concerne adwords di Google, son convinta che serva, ma è complicato, bisogna applicarsi con costanza, misurare, investire, e conoscendo l’AI medio… (il significato dei tre puntini metticelo tu).
Facebook è il luogo del cazzeggio, ma altro che qualche minuto, la gente ci sta delle ore. Una collega che si occupa solo di affitti lavora solo su fb.
Temo che il problema delle vendite (mancate) vada oltre il problema di come raggiungere il potenziale cliente, è proprio una questione di sfiducia nell’investimento immobiliare e/o mancanza di denaro.
Grazie del commento, dimmi come ti chiami che così mi rivolgo a te in maniera più educata!
Paola
Mi chiamo Roberto. Google Adwords secondo me è uno strumento che va sicuramente bene in particolari momenti, magari quando hai per le mani una bella villa super lusso 😀 . Per il resto su Google un’agenzia immobiliare deve utilizzare altre strategie che magari portano un rientro sul medio lungo termine. Resta il fatto che certamente nelle serp di Google la competizione nel settore immobiliare è altissima e non è facile riuscire a guadagnare posizionamenti vantaggiosi.
Poi sicuramente bisogna considerare quello che forse è il problema principale: che in questo momento il popolo non ha soldi da spendere.
Ciao Paola.
Ciao Roberto, temo che in questo momento il “problema principale” sia predominante, però son discorsi giusti i tuoi, che in ogni caso vanno affrontati.
Grazie per i tuoi commenti molto interessanti!.
P.